I Colli Euganei. Queste cime, caratterizzate da forme e altezze quanto mai eterogenee, che sorgono, pressoché isolate, sulla pianura veneta centrale, ed incombono su Padova, non potevano non attirare l’attenzione dei Saggi di Magna Grecia che, inizialmente spinti dai generalizzati piaceri gastronomici offerti da una miriade di locali caratteristici, hanno finito per spostare la loro attenzione sugli aspetti orogenetici, geologici, etnografici, faunistici del territorio, scoprendo un mondo pieno di sorprese che ha assunto un ruolo dominante, riuscendo persino a far passare in secondo piano “bigoli, prosciutto d’Este e prosecco”. Questa nuova visione della realtà locale, iniziata negli anni ’50, è stata a lungo contestata, sino al 1971 quando, con l’approvazione della Legge 1097 che vietava l’attività estrattiva, l’area dei Colli smise di essere considerata come una cava di materiale da sfruttare intensamente.
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Per proiettarci in questo mondo purtroppo preminentemente, virtuale la nostra Presidente, Carla Liguori, ha scelto tre VIRGILI di indiscutibile competenza, il Dott. Renato Malaman ed i Professori Gianpaolo Romanato e Mario Spagnesi sui quali si ritiene doveroso spendere alcune parole di presentazione per svelare i motivi che li hanno trasformati in AMANTI dei COLLI EUGANEI.
Video presentato dal Dott. Renato Malaman
Renato Malaman: giornalista professionista, il Dottor Malaman collabora con la Rai, con il Mattino di Padova e con il quotidiano svizzero “Il Corriere del Ticino. Si è accostato anche all’arte culinaria e cura una rubrica settimanale di viaggi e gastronomia su TV Cafè 24.
Dal 2004 è ispettore della guida “Ristoranti d’Italia” de L’Espresso” ed è autore di numerose pubblicazioni. Nell’ultimo lavoro, il volume “I Colli ritrovati” (2021) ha ricordato la battaglia civile che 50 anni fa portò alla legge 1097, quella che salvò il Colli Euganei dalla distruzione. Si pensi che, se nel 1950 l’attività estrattiva delle varie cave giungeva alle circa 500mila tonnellata, nei primi anni ’70 aveva raggiunto il picco dei 6milioni di tonnellate annue. Si può quindi veramente dire La legge “29 novembre 1971, n. 1097,
Gianpaolo Romanato: la seconda autorità culturale che ha accompagnato i presenti nel tour virtuale “Euganeo”è stato il Prof. Romanato, Professore di storia contemporanea e di Storia della chiesa moderna e contemporanea all’Università di Padova. Dal 2007 fa parte del Pontificio Comitato di Scienze Storiche (Città del Vaticano), nominato da Benedetto XVI e confermato da Francesco. Professore di storia contemporanea e di Storia della chiesa moderna e contemporanea all’Università di Padova, è presidente del Comitato scientifico della Casa-Museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine e del Comitato scientifico dell’Istituto Pio Paschini di Udine (per le pubblicazioni relative all’età moderna e contemporanea). È membro di numerosi istituti culturali. Ha compiuto molte missioni all’estero, tenendo conferenze o partecipando a convegni, in Brasile, Argentina, Paraguay, Perù, Francia, Portogallo, Polonia, Ungheria. Collabora alle pagine culturali di vari giornali, fra i quali L’Osservatore Romano e Avvenire. I suoi temi di studio più visitati sono la storia della Chiesa in età moderna nei suoi aspetti istituzionali e missionari, la storia politico-sociale italiana tra ‘800 e ‘900 e la storia dell’emigrazione italiana. Per illustrare sinteticamente ed efficacemente l’evoluzione che avrebbe potuto caratterizzare l’area Euganea ha detto “Se non ci fosse stata la legge speciale salva-paesaggio, la 1097 del 1971 che arginò lo scempio delle cave, non sarebbe nemmeno nato il Parco Colli e chissà quarant'anni dopo cosa sarebbe rimasto di un patrimonio ambientale e naturalistico come quello degli Euganei”. Con queste parole il Prof. Romanato ha dipinto lo stato in cui versava l’area e ne ha rappresentato la possibile evoluzione. Oggo, se non fosse intervenuta la Legge 2097, ci troveremmo probabilmente di fronte ad un territorio leggermente ondulato ricco di laghetti termali che potremmo percorrere senza fatica in bicicletta, senza invidiare gli atleti che oggi si inerpicano lungo pendenze che sembrano proibitive per i comuni mortali.
Il terzo “saggio” chiamato da Carla, Mario Spagnesi, ha trascorso quasi intero arco della sua attività lavorativa prima come ricercatore e poi come direttore dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ora Sezione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA), ha sempre affiancato all’operosità scientifica quella della divulgazione, con articoli pubblicati a mezzo stampa o con relazioni tecniche a convegni, seminari, corsi didattici, ecc. È questa di Spagnesi una miscellanea quanto mai varia, i cui argomenti, che possono essere genericamente definiti di zoologia applicata, hanno nella quasi totalità un carattere decisamente naturalistico. Dagli articoli di più ampio respiro, concernenti le problematiche per una gestione faunistica conservativa, alle brevi monografie sulle specie di uccelli e mammiferi selvatici agli allarmi per un ragionevole utilizzo delle risorse naturali, emerge sempre il fine di far comprendere al lettore la bellezza della natura, la complessità degli equilibri naturali, la necessità di limitare i danni all’ambiente, e alle piante e agli animali che lo vivificano, causati dalla crescente pressione antropica. Ovviamente al giovane “naturalista”, nel percorrere con frequenza le strade che si addentrano nell’area euganea, non potevano sfuggire due aspetti dello stesso problema:
• le gravi mutilazioni che l’attività estrattiva procurava all’ambiente collinare;
• la pressoché completa indifferenza con la quale la popolazione locale assisteva alla distruzione del proprio habitat.
Era un disinteresse, anche politico, che era tipico dell’epoca e che solo la tenacia, la caparbietà, la “cocciutaggine” di una minoranza di lungimiranti è riuscita lentamente a trasformare prima in tiepido interesse e, poi, in partecipata adesione ad un progetto che ha finalmente riconosciuto nell’Area Euganea un valore di interesse generalizzato.
Un’ultima notazione. Il 6 maggio 2023 Magna Grecia si è riunita per ricordare un periodo importante e significativo per l’area che ci ospita, foriero di novità che ne hanno cambiato completamente la storia.
Il caso ha voluto che il 18 giugno 2022 il quotidiano “Il Mattino” dedicasse 6 (sei) pagine ad un convegno tenutosi a Villa dei Vescovi che, fra le altre cose, ha ufficializzato la costituzione di un nuovo “Comitato alle Terme”.
Secondo quanto scritto dal quotidiano il nuovo gruppo ha lo scopo di “….. avviare un percorso finalizzato a qualificare il bacino delle Terme Euganee …………. Come area idonea ad essere dichiarata di eccezionale valore universale e come tale riconoscibile dall’UNESCO fra i patrimoni dell’Umanità”.
Il video che segue vuole essere semplicemente una traccia degli iinterventi della serata.
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Infine un pò di musica.
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Articolo pubblicato dal Dott. Renato Malaman.