Anche per il Carnevale di quest’anno Carla è riuscita a raccogliere un numero di adesioni tale da saturare la sala che il ristorante “Tradizione” di Rubano Le aveva riservato e, come da “tradizione”, l’incontro è stato un vero successo. Tenuto conto che l’unica leggera pecca riscontrata era dovuta all’acustica del locale, si riporta – di seguito – il testo con il quale il socio Roberto Giacalone ha introdotto la serata, ricordando le origini della tradizione carnascialesca.
Ma dimentichiamo i millenni che hanno “disegnato” la storia del Carnevale e torniamo a Magna Grecia ed alla serata che ci ha regalato. Come di consuetudine alcuni partecipanti sono intervenuti indossando variopinte maschere cha hanno suscitato l’ammirazione della platea, partecipato alla tradizionale sfilata loro riservata e sono stati valutate da un’attenta/rigorosa/severa giuria che, dopo una lunga meditazione ha emesso la sua inappellabile sentenza che ha visto vincere per le categorie:
- GRUPPI: tre dame patriottiche che, con costumi che formavano il tricolore, volevano ricordare un’infermiera (in bianco), il virus del Covid (in rosso) ed il green pass (ovviamente in verde). Il gruppo, denominato COVI 19, era capitanato da Susanna Cinque, coadiuvata da Marisa Garbo, Orlanda Fedozzi.
- COPPIE: i coniugi Greggio che, con due splendidi costumi tardo medioevali, hanno riportato la sala al tempo dei Carraresi, che nel 1300 hanno assunto la signoria di Padova.
- SINGOLE: infine, una menzione speciale meritano tre maschere che, sia pur sfilando in “solitaria solitudine”, hanno ottenuto scroscianti e meritati applausi classificandosi:
- al 1° posto, una romantica DAMA ROSA (Giovanna Anti)
- al 2° posto, Lady CHARLESTON (Lorella Minesso)
- al 3° posto un avventuroso COWBOY (Antonio Bianchini).
- al 1° posto, una romantica DAMA ROSA (Giovanna Anti)
Per concludere, si devono sottolineare due aspetti sicuramente contrastanti. Da un certo punto di vista, la serata è trascorsa in modo estremamente piacevole, allietata anche da un pregevolissimo sottofondo musicale affidato ad un professionista di indubbio valore.
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In una diversa prospettiva, l’incontro organizzato magistralmente da Carla ha avuto un effetto quasi catartico, servendo sia per dimenticare il periodo che abbiamo trascorso, sperando in un futuro che ci riporti alla normalità, sia per esorcizzare quei venti di guerra che spirano da est e che ci rimandano, con il pensiero, a realtà storiche che credevamo di non dover più temere.
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In sintesi, un incontro in cui tutti i presenti avvertivano il profondo desiderio di tornare a quell’atmosfera di festa e spensieratezza che hanno sempre connotato le serate che Magna Grecia ha organizzato in queste occasioni.
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STORIA DEL CARNEVALE
La celebrazione del Carnevale, così come concepita adesso, può sembrare un periodo di festa perfettamente inserito nel calendario religioso; inizia subito dopo l’Epifania e si chiude con la Quaresima. In realtà è stata una manifestazione avversata per lungo tempo dalla Chiesa ed accettata solo per l’impossibilità di escluderla dalle consuetudini popolari.
Ma veniamo alla sua storia. Le origini delle manifestazioni carnascialesche, così come la denominazione stessa, “CARNEVALE”, non sono certe e vanno ricercate in epoche molto remote. Per alcuni archeologi già durante il periodo MAGDALENIANO (20mila – 10mila anni fa) si svolgevano cerimonie in cui vi erano dei travestimenti che potrebbero far pensare al nostro carnevale. E’ una supposizione che nasce dal ritrovamento presso alcune grotte, sparse in Europa, di raffigurazioni scolpite nella roccia di esseri metà uomo e metà animale, che potrebbero rappresentare riti propiziatori o cerimonie di rilevanza tribale in cui gli umani si dovevano travestire.
Ma lasciamo agli studiosi queste supposizioni ancora troppo vaghe e veniamo a tempi storicamente più certi. Secondo la maggioranza degli storici l’origine della festa del carnevale risale a Babilonesi ed Egiziani che, circa 4.000 anni fa iniziarono, con queste cerimonie, ad onorare la caratteristiche proprie di alcuni dei loro dei. Per i Babilonesi era una cerimonia religiosa che ricordava la lotta di Marduk, dio dell’armonia cosmica, contro il drago Tiamat, simbolo del caos primordiale. Carri raffiguranti il sole, la luna e i segni zodiacali sfilavano per le strade, mentre la popolazione, proprio per ricordare il caos, si dava alle libertà più sfrenate e allo stravolgimento delle regole sociali.
Furono però gli egizi a creare una vera e propria tradizione carnascialesca con feste, riti e pubbliche manifestazioni svolte in periodi predeterminati in onore della dea Iside, che presiedeva alla fertilità dei campi e simboleggiava il perpetuo rinnovarsi della vita. Ed è una tradizione che i Greci hanno fatto propria con la celebrazione delle feste dionisiache che, con il nome di “ANTESTERIE”, si svolgevano tra febbraio e marzo in concomitanza con l’equinozio di primavera. Queste feste erano caratterizzate dal goliardico passaggio di un carro che alludeva all’armonia del cosmo, dopo il caos primordiale. Si indossavano maschere in onore di Dionisio e si prendeva una persona tra i ceti più bassi della popolazione per incoronarlo re. L’ordine sociale era sovvertito; era la celebrazione del caos prima del rientro nei ranghi.
Gli antichi Romani hanno ereditato dalla cultura greca anche questa tradizione e, coniando il detto “semel in anno licet insanire”, hanno voluto individuare nei giorni dedicati prima ai “Saturnali” e poi al Carnevale un periodo caratterizzato dalla sregolatezza, dalle burle, dalle mascherate danzanti, dalla gioia sfrenata. Il “re del Carnevale” garantiva l'allegria pazza e la sospensione temporanea delle leggi, delle regole e della morale.
E veniamo ora all’origine del termine CARNEVALE. E’ indubbiamente di origine tardo latina ma:
- alcuni studiosi lo fanno derivare dalle parole “carnes levare” (togliere la carne) o “carne vale” (carne addio), alludendo alla successiva quaresima ed alle sue restrizioni alimentari;
- altri studiosi contestano questa derivazione, sottolineando che indicherebbe solo l’ultimo giorno di un periodo dedicato alla sregolatezza anche alimentare, e ne fanno derivale l’origine dalle parole “car navalis”, in ricordo della nave sacra portata in processione su un carro sia in Egitto che in Grecia.
Indipendentemente dalle origini della festa e del suo nome, ci troviamo comunque di fronte ed una manifestazione sostanzialmente pagana, che venne bandita subito dopo l’emanazione dell’Editto di Costantino, ma che è riuscita a sopravvivere anche al grande Inquisitore Tomás de Torquemada. Perché questa avversione? Provenendo dal paganesimo, portava con sé elementi naturalistici, culti purificatori ed un richiamo alla CARNE, intesa non solo in senso alimentare, che mal si accordavano con la diffidenza cristiana verso le cose materiali, il sesso e il piacere in genere.
Nonostante questi timori, lo spirito e le forme pagane delle celebrazioni primaverili,ovvero dell’inizio dell'anno agricolo, resistettero e penetrarono profondamente nella vita sociale, con tanta forza che, anche se combattuti dalla religione, sono arrivati fino a noi. Per sottolineare questa sopravvivenza prendiamo in esame cosa accadde a Roma, cioè nella città più vicina alle Sacre Stanze.
Le prime testimonianze del “Carnevale Romano” risalgono al X secolo quando, nei giorni che precedevano la Quaresima (cioè prima della penitenza), si tennero giochi e tornei che riscossero un grande successo e che progressivamente, nei secoli successivi, riacquistarono quel carattere trasgressivo legato al piacere ed al travestimento che era proprio dei Saturnali.
Per brevità non parlerò dei Carnevali di Venezia, Viareggio o di Rio de Janeiro ma mi limiterò ad una considerazione conclusiva. Sino ai primi anni del secolo scorso l’idea di poter uscire dall’ordinario, sia pure per una manciata di giorni, venendo meno alle rigide regole imposte dai vari governi, era un’idea che affascinava i popoli di tutte le nazioni e che ne ha assicurato il perpetuarsi nel tempo.